Chi siamo

La nostra storia

Pastori, da oltre un secolo.

Come  racconta ancora oggi nostro padre, i bisnonni insieme al nonno Carmelo, si recavano ogni sabato al mercato a portare il loro formaggio, la ricotta e altri prodotti della fattoria, salumi, uova spesso “barattati” con altri prodotti o con il pesce appena pescato.

Fino agli anni 80, nei freddi inverni del Poro, non avendo la possibilita’ di ricovero di notte nelle stalle e non essendoci pascoli a sufficienza si faceva la transumanza e si trasferiva il gregge nelle zone costiere di Capo Vaticano, per poi ritornare sul Poro in primavera.

Oggi ricoveriamo i nostri animali in stalla e, di sera, integriamo l’alimentazione con il fieno, che produciamo a sufficienza dai nostri terreni. Abbiamo scelto di mantenere l’allevamento sempre allo stato brado anche d’inverno infatti le nostre pecore pascolano tutti i giorni dell’anno liberamente sul promontorio del Poro, zona fertile e ricca di erbe aromatiche, dall’aria pura e fresca e che si affaccia sulla meravigliosa costa degli Dei.

Seguiamo il metodo di allevamento tradizionale, per cui, nei periodi estivi, la produzione dei formaggi viene sospesa.

 Come da tradizione e come ogni fattoria calabrese noi abbiamo sempre allevato qualche suino, coltivato peperoncino e prodotto, per la famiglia,  la ‘nduja, la soppressata e le salsicce piccanti; da qualche anno abbiamo un piccolo allevamento di suini , che alimentiamo esclusivamente con i prodotti della nostra azienda e produciamo i nostri meravigliosi salumi  sempre  con il metodo tradizionale e quindi solo d’ inverno e  solo con l’utilizzo del peperoncino della nostra azienda.    

Il formaggio

Prodotto come da tradizione.

Il nostro formaggio ha un sapore unico dovuto all’alimentazione degli animali e anche al particolare metodo di lavorazione e  stagionatura.

siamo  passati alla lavorazione con strumenti in acciaio e naturalmente non e’ piu’ possibile riscaldare il latte sul fuoco,ma per il resto la lavorazione e’ pressocche’ identica e il sapore del formaggio e della ricotta richiamano alla mente i sapori e gli odori di un tempo. La stagionatura da noi chiama cura , si dice infatti curare il formaggio, perche’ le forme vengono quotidianamente girate, pulite e lo stagionato viene unto con un impacco di olio di oliva e peperoncino, che lo rende particolarmente aromatico e speziato.

Dagli antichi strumenti di lavorazione che vanno dalla Quaddara (caldaia) in rame stagnato nella quale veniva riscaldato il latte sul fuoco di saracuna (tronco di lupino), alla tina nella quale il latte veniva cagliato, poi veniva rotta la cagliata con il roju (strumento in legno) e successivamente veniva raccolto il formaggio nelle fasceje(fuscelle) di vruju(giunco)e pressato sulla mastreja (particolare tavolo in legno)e infine veniva salato e posto nel casularu con i suoi tipici scaffali in legno;